La stregoneria nella antica Babilonia

L’antica magia sacerdotale a Babilonia si operava ufficialmente ed era effettuata per il bene del popolo e la invece la sua maggiore

antagonista era la stregoneria nascosta, eseguita da pochi e nell’ombra.

 

Mentre la prima era definita “magia bianca”, la seconda con rituali e cerimonie diverse, aveva come unico scopo la distruzione o

l’annichilamento dell’individuo per soddisfare sentimenti di odio e attuale la vendetta

 

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Ci sono numerosissimi incantesimi giunti ai nostri tempi che erano in uso presso i babilonesi. Sortilegi vari, malocchi, legamenti

d’amore impositivi, fatture, anche di morte accompagnate da immagini umane fatte di cera o creta stregate e moltissimi filtri e

pozioni di ogni tipo.

 

Queste streghe si servivano anche dei demoni, ognuna aveva un demone personale a lei assegnata e reso servile nei suoi confronti.

Essendo in grado di dominarli avevano la facoltà di donare al richiedente tutto quello che potesse desiderare, rendendolo forte e

invincibile nelle battaglie, attirando a lui l’amore della fanciulla desiderata tramite legamenti d’amore potentissimi o concedendogli

onore e ricchezze infinite.

 

Nonostante questo tipo di stregoneria fosse perseguitato dalla legge, le streghe erano molto rispettate e soprattutto temute dal

popolo per quel mondo di mistero e tenebroso pieno di magia di cui erano avvolte e che solo loro sapevano dominare.

 

Erano infatti espertissime di magia bianca, rossa e nera e sapevano effettuare dei sortilegi, che nelle loro mani si

trasformavano in

armi terribili.

 

Tra questi c’era l’incantesimo dell’immagine, perpetrato ai danni di una persona che consisteva nella costruzione di un simulacro

molto somigliante nelle sue fattezze a quelle della vittima predestinata, che poi veniva cosparso di erbe ed essenze maledette e dei

fluidi corporei della vittima, come sangue, saliva o sperma.

 

Su tale simulacro soffiavano poi per tre volte per “darli vita”, sputavano per tre volte su di esso e infine pronunciavano la formula

magica.

 

Eseguito questo rituale, lo stesso simulacro andava sotterrato o tra i morti, se lo scopo del maleficio era la morte dell’individuo,

oppure lascito abbandonato in qualche strada molto trafficata, in modo da essere calpestato e ridotto in pezzi.

 

Il principio di questo rituale si basava sulla legge universale magica secondo cui il simile attrae il simile, noto anche

come legge della

corrispondenza. In pratica la medesima sorte toccata al simulacro spettava alla persona fatturata.

 

Naturalmente erano a conoscenza non solo di sortilegi d’odio ma anche di potentissimi legamenti d’amore.

 

 

In particolare, per questo tipo di sortilegio venivano composti filtri d’amore, preparati con profonda conoscenza magica e degli

appositi rituali, che potevano trasformare l’indifferenza di una persona in una passione ardente, questi legamenti

d’amore erano

particolarmente richiesti.

 

Uno dei più conosciuti ed efficaci legamenti d’amore era il cosiddetto “sortilegio dei nodi”, perché veniva eseguito con un numero

ben preciso di nodi: tre, sette o tredici. Al fine di provocare sterilità nelle campagne ce con questo maleficio non producevano più

frutti, o nelle donne che così rifiutavano la consumazione del matrimonio.

 

Le streghe babilonesi e le loro maledizioni non erano da sottovalutare poiché, una volta lanciate, erano quasi impossibili da

neutralizzare e da allontanare dalle persone colpite.

 

La potenza violenta di tali maledizioni è testimoniata in una stele ritrovata nelle vicinanze di Baghdad e sulla quale è incisa la

seguente formula:

 

Che Ea, Anu, Marduk e tutte le potenti divinità

 

Lo ricoprono di disonore e vergogna,

 

distruggendo lui e la sua famiglia!

 

Che Sin-Nannar, illuminante abitante del cielo lucente

 

Lo rivesta di sfogo come un abito pesante.

 

Che Adar, luce del mezzogiorno, il potente e violento,

 

faccia sparire i suoi beni materiali.

 

Che Gula la grande signora, gli stilli nelle vene un potente veleno,

 

senza rimedio, affinchè il suo corpo rigetti

 

sangue e marciume!

 

 

È comprensibile lo spavento che queste parole suscitavano nel popolo e ovviamente il terrore per le sue conseguenze che ne

potevano derivare.